Operazione cinghiali

Come in gran parte del territorio nazionale anche nel Parco Nazionale
dei Monti Sibillini si registra un proliferare eccessivo dei cinghiali
che causano danni all’agricoltura e all’equilibrio naturale.
L’Ente Parco, per quanto riguarda il territorio di sua competenza, ha
affrontato il problema fin dall’inizio della sua operatività sia sul fronte
degli indennizzi, sia con un intervento complessivo nell’ambito
di un progetto in corso di realizzazione.

Indennizzi
Rientrare nel perimetro del Parco dei Sibillini significa anche ottenere sicuri
e maggiori indennizzi per i danni provocati dalla fauna selvatica rispetto
a coloro che operano fuori dell’area del Parco.
I danni vengono liquidati sulla base del regolamento che l’Ente Parco ha
approvato e ha ampiamente diffuso. Anche le modifiche, che si renderanno
necessarie, verranno egualmente diffuse.
A partire dal 1993 l’Ente Parco ha liquidato i seguenti indennizzi relativi,
nella quasi totalità, ai danni da cinghiale:

Colture e zootecnia (1996)
174.816.185
Colture (1997)
158.348.502
Zootecnia (1997)
55.371.566
Autovetture (1993/1996)
30.802.734
Autovetture (1997*)
17.240.440
Periti
8.860.586

Totale
445.440.013
* Per quanto riguarda le autovetture anno 1997 i dati si riferiscono al periodo gennaio-agosto. Dal 1 settembre 1997
a tutt'oggi gli importi vengono liquidati direttamente
dalla RAS Assicurazioni con la quale l'Ente Parco ha
stipulato apposita polizza assicurativa


Operatori di selezione
Si è concluso a maggio il corso, iniziato nel settembre 1997,
per l’abilitazione di “Operatori tecnici per il prelievo selettivo del cinghiale”,
organizzato dall’Ente Parco con la consulenza tecnica dell’Istituto
di zoologia dell’Università di Perugia (responsabile scientifico
il prof. Bernardino Ragni).
Tale corso si inserisce nell’ambito del “piano di gestione del cinghiale” che prevede l’abbattimento selettivo di questa specie attraverso
il coinvolgimento dei cacciatori locali adeguatamente preparati
e che rappresenta una novità assoluta per i Parchi nazionali.
Hanno superato il corso, particolarmente impegnativo, circa 90 operatori
che hanno già iniziato ad effettuare gli interventi di abbattimento selettivo
su tutto il territorio del Parco.

Trappolamento
Attraverso il programma di trappolamento - anch’esso previsto dal “piano
di gestione del cinghiale” - si sono coinvolti, per ora a titolo sperimentale,
gli agricoltori locali. Il programma è stato avviato nel territorio dei Comuni
di Amandola, Montegallo, Fiastra e Pievebovigliana.
Si stanno inoltre studiando misure per la realizzazione di recinzioni
elettrificate a protezione delle colture, soprattutto di quelle pregiate
(castagneti, lenticchie, etc.).
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