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![]() Il camoscio appenninico a Bolognola di Alessandro Rossetti È in avanzata fase di progettazione larea faunistica del camoscio appenninico, prevista nellambito del Progetto Life - Natura 2002 Conservazione di Rupicapra pyrenaica ornata nellAppennino centrale, la cui localizzazione è stata individuata nel territorio del Comune di Bolognola. La scelta è stata preceduta da una fase di verifica di idoneità di differenti siti, effettuata sia attraverso indagini di campagna, in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato, sia in ambiente GIS, ed ha tenuto conto di differenti criteri ambientali, quali gli habitat presenti, lesposizione e laltitudine, oltre che delle ovvie esigenze a carattere gestionale, quali, in particolare, laccessibilità e il coordinamento con altri programmi di valorizzazione avviati dal Parco. È stata inoltre effettuata una definitiva verificata in occasione di appositi sopralluoghi con il Professor Sandro Lovari dellUniversità di Siena e il dr. Franco Mari, che sono tra i massimi esperi nella gestione del camoscio. Larea scelta, di proprietà del Comune di Bolognola, si estende per circa 3 ha, a quote comprese tra 1100 e 1300 m, e presenta tutti gli ambienti necessari alla vita del camoscio, quali rupi, praterie e boschi. È inoltre facilmente raggiungibile a piedi, partendo dalla frazione di Villa di Mezzo, lungo uno dei sentieri natura del Parco realizzati nellambito del progetto sentieri natura per famiglie. I diritti per la realizzazione della struttura, il cui termine dei lavori è previsto per il 2005, sono già stati concessi al Parco, dal Comune di Bolognola, tramite contratto sottoscritto da entrambe le parti, il 28 marzo 2003. Sulla base delle esperienze finora maturate nella gestione anche di diverse altre aree faunistiche presenti nei Parchi Nazionali dAbruzzo, della Majella e del Gran Sasso-Laga, è risultato inoltre importante prevenire un contatto ravvicinato tra visitatori e gli esemplari di camoscio destinati ad essere liberati in natura, pur garantendo comunque la loro osservabilità. È emersa inoltre lesigenza di localizzare il recinto il più possibile distante dalle zone indicate come idonee per il rilascio degli esemplari in natura al fine di impedire che, nelle fasi di erratismo iniziale, gli esemplari reintrodotti in natura possano essere attratti da quelli presenti allinterno del recinto. I camosci che verranno ospitati nellarea faunistica saranno gestiti in forma coordinata con quelli presenti sul Gran Sasso e sulla Majella, così da ridurne la consanguineità e ottenere esemplari di camoscio appenninico idonei ad essere rilasciati in natura. Larea faunistica, pertanto, rappresenterà anche il primo importante passo verso lattuazione del programma di reintroduzione, con finalità conservazionistiche, del camoscio appenninico nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini, così come tra laltro previsto nel Piano dazione nazionale per il Camoscio appenninico (Min. Ambiente - INFS, 2001). Larea faunistica di Bolognola, come del resto tutte le aree faunistiche in generale, è stata quindi progettata per assolvere diverse funzioni che vanno da quelle di conservazione e ricerca scientifica a quelle di carattere educativo e ricreativo. Essa permetterà inoltre di osservare facilmente gli animali in condizioni simili a quelle naturali, in modo tale da ridurre il carico turistico nelle aree più delicate in cui tale specie sarà presente allo stato libero. Tale progetto, che si integra con altri interventi di conservazione già realizzati, come la reintroduzione del pino mugo e dellabete bianco, o in fase di avvio, come la reintroduzione del cervo, contribuirà in maniera determinante ad attuare la strategia del Parco volta alla riqualificazione ambientale e, in particolare, alla ricostituzione degli originari ecosistemi dei Monti Sibillini. |
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