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Incendi e abusi, una strategia studiata Una voce dal territorio di Giulio Lattanzi Le cronache dei giornali ci hanno bombardato ogni giorno durante lestate sugli incendi che si sviluppavano su tutta la penisola, sui pericoli per i cittadini e sulle morti, in particolare di anziani, che le fiamme dolose avevano creato. Sarà laria dei condoni, la siccità, lannunciato condono edilizio, lecomafia anche per coprire con il fuoco le discariche abusive di rifiuti, la mancanza di tremila uomini e i mezzi obsoleti (lo conferma, Alemanno, Ministro delle politiche agricole) del Corpo della Forestale, fatto sta che gli incendi boschivi rispetto allanno scorso sono aumentati. Non ho mai sentito parlare di prevenzione a livello nazionale, salvo il numero verde della forestale, eppure spendiamo tanto in pubblicità e investiamo centinaia di milioni di euro per i palloni e satelliti artificiali per prevedere il clima. Molti dirigenti nazionali della protezione civile ed alcuni studiosi del fenomeno, affermano che dietro agli incendi cè un mandante o una strategia, fino a giungere alle dichiarazioni del massimo dirigente della Protezione Civile, Bertolaso: gli incendi sono tutti dolosi o colposi. Escludo lautocombustione. I roghi vengono accesi in diversi punti, come vi fosse una strategia studiata.... Alla base della criminale azione dei piromani allora non cè solo la speranza di edificare nei luoghi distrutti dal fuoco, ma di avere fondi e terreni per i lavori di rimboschimento, per nuove discariche abusive, nuova cementificazione e varie attività malavitose. Certo per aver ragione di un disegno di questa portata, ci vuole una azione coordinata di intelligence non solo italiana, ma di una task force di protezione civile Europea. In attesa di scelte appropiate bisogna pensare ai prossimi mesi e allestate del 2004. Intanto i Comuni che sono i titolari della gestione del territorio, inviino subito le mappe dei terreni bruciati, impedendo in questo modo per una legge esistente (è troppo poco) di costruire in quei luoghi per un minimo di 10 anni. Le Regioni (le Marche hanno avuto circa 40 incendi e circa 60 ha distrutti, anche se è una zona a medio e basso rischio) e lo Stato controllino che ciò avvenga, anche perché gli incendi (le aree che non sono state oggetto dei piromani forse non sono ancora appetibili) non hanno creato solo danni al territorio, ma al turismo per circa 250 milioni di euro: disdette delle prenotazioni, evacuazioni, riduzione delle permanenze, costi maggiori per le strutture interessate al triste fenomeno. Adesso al fuoco si è sostituita lacqua e le frane con i suoi morti (forse il territorio non è gestito al meglio), ma i nostri custodi sono sempre gli stessi: volontariato, vigili del fuoco, forestale. Le alluvioni si moltiplicheranno, alberi che attutiscono la furia delle acque, tagliati per far spazio a costruzioni, deviazioni, irrigimentazione e costrizione in condotte e mancata pulizia dei fiumi. La situazione si è aggravata con lo spopolamento delle montagne lasciate al loro destino. Lambiente aveva un suo equilibrio e la difesa del suolo partiva dai montanari, ora non cè più e nessuno ha pensato di ricrearlo. Ora abbiamo il condono edilizio che è un finto risanamento finanziario. I condoni si rivolteranno contro chi li ha permessi: soldi immediati, ma un chiaro incoraggiamento agli evasori per quello fiscale, quello edilizio che permette gli abusi non è solo iniquo per i guasti allambiente, ma per la spesa che dovranno sostenere i Comuni per portare agli edifici abusivi: acqua, gas, elettricità (è già poca. Il black-out insegna.), fognature, strade. Le entrate sono centrali mentre i Comuni pagano e il disastro dellambiente diventa sempre più pericoloso. |
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