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Una speranza accessibile di Lucrezia Colurcio e Liborio Vaccaro Dopo anni di dibattito, sembra proprio che la strada verso lintegrazione sociale sia stata fattivamente intrapresa; operatori del turismo, tecnici, gestori, associazioni di utenti, tutti energicamente coinvolti nella costruzione di una speranza che oggi, finalmente, diventa accessibile: il cambiamento culturale nei confronti della disabilità. Si tratta del crollo e della sostituzione di un paradigma: dalluguaglianza allequivalenza sociale. La nostra società è ormai abbastanza matura per poter superare definitivamente il privilegio e il supremo valore attribuiti alluguaglianza, per aprirsi allottica della diversità e dellalternativa, intese come beni superiori alluguaglianza stessa. Lofferta di natura accessibile deve essere diversificata, a seconda delle esigenze e delle aspettative dellutenza, nonché delle opportunità offerte dalle risorse naturalistiche ed ambientali dellarea. Bisogna progettare sentieri ed attrezzature pensati per tutti e non per particolari categorie di persone. Diversificare quindi, ma anche coinvolgere e informare, tutti quei soggetti ragionevolmente rappresentativi degli interessi in gioco. È il messaggio lanciato dal recente Convegno di Norcia, che ha segnato indiscutibilmente linizio di un dialogo e di un aperto confronto. Pensiamoci bene: unArea Protetta rappresenta un valore inestimabile; è auspicabile che anche le comunità locali possano trarre vantaggio, in termini economici e di immagine, dalle iniziative mirate a costruire o a migliorare laccessibilità del Parco; spesso si tratta semplicemente di riscoprire unidentità ed una coscienza comuni, ciò che nella sostanza lega il Parco al proprio contesto territoriale. Lesperienza dei Sibillini deve essere considerata un esempio da imitare, linizio di un percorso comune che, oggi, la nostra società deve necessariamente intraprendere. Del resto, le ormai numerose iniziative di natura accessibile nel nostro Paese, manifestano la chiara volontà di fare del Parco un volano sia per lintegrazione sociale che per quella territoriale, proponendolo in tutte le sue sfumature, da luogo introspettivo a motore di attività economiche in senso stretto. È evidente che la delicatezza degli ambiti dintervento (non dimentichiamoci che si tratta di aree protette) richiede grande attenzione nella stesura dei progetti e nella loro realizzazione; ciò che forse ancora manca è la definizione di linee guida, ovvero di principi generali, a cui riferirsi affinché non emergano le potenziali conflittualità esistenti tra le esigenze di conservazione della natura e le esigenze di fruizione ed accessibilità, ma anzi diventino pretesto ed opportunità per soluzioni tecniche sempre più compatibili. Il Convegno è stato sicuramente un passo importante in questa direzione, ponendo le basi per una ridefinizione, anche normativa, di un tema, tanto complesso quanto sentito, come quello della natura accessibile. |
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