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Depurare con le piante di Alessandro Rossetti È stato recentemente finanziato dal Ministero dellAmbiente il primo stralcio del progetto di un sistema di fitodepurazione nel bacino del Fiastrone, a monte della diga dellomonimo lago. Tale progetto, una volta realizzato, contribuirà a risolvere il problema dellinquinamento algale che, dal 1997, interessa il lago del Fiastrone con conseguenze negative nei confronti non solo dellambiente ma anche del sistema economico e sociale del territorio. Il lago, infatti, creato artificialmente nel 1952 dallENEL per la produzione di energia idroelettrica, ha acquisito nel tempo anche una rilevanza paesistico-ambientale, a cui si lega lo sviluppo economico locale fondato sul turismo naturalistico, leducazione ambientale e le attività ricreative e sportive, come la pesca e la gara di triathlon. Nellambito del progetto Parco per tutti promosso e cofinanziato dal Parco, il Comune di Fiastra ha anche realizzato un campeggio naturalistico e un percorso lungo il lago che, per un tratto di circa 800 m, è strutturato in modo da consentire laccessibilità anche ai disabili. Sebbene nellintero bacino del Fiastrone, a monte della diga, la popolazione residente sia molto scarsa e, di conseguenza, risultano limitate anche le attività produttive, nelle acque del lago si è da alcuni anni registrato un incremento della concentrazione di sostanze nutrienti, come il fosforo e lazoto, derivanti soprattutto dalle attività umane e, in particolare, da quelle agricole, zootecniche e dalle acque reflue urbane. Il primo effetto di questa nuova condizione ambientale, tecnicamente denominata mesotrofia, è stato la proliferazione dellalga Planktothrix aghardii, conosciuta anche con il nome di Oscillatoria rubescens. Si tratta di unalga unicellulare di colore rossastro e appartenente al gruppo delle alghe azzurre o, più correttamente, delle cianoficee, organismi molto prossimi ai batteri, in quanto privi di un vero nucleo, e quindi non classificabili tra le alghe propriamente dette. La sua presenza nel lago del Fiastrone, per le condizioni ambientali che caratterizzano il bacino, potrebbe essere di origine naturale, tuttavia, a partire dal 1997, lalga ha iniziato a proliferare eccessivamente producendo intensi fenomeni di fioritura che, ciclicamente, conferiscono al lago una colorazione rossastra. Dal momento che Planktothrix aghardii produce microcistine, sostanze che dimostrano una spiccata tossicità nei confronti non solo dei pesci e della fauna terrestre, che possono ingerire lacqua contaminata, ma anche delluomo, le emergenze sanitarie conseguenti agli episodi di massima fioritura dellalga vengono attualmente affrontate nellambito di un protocollo gestionale predisposto dal Gruppo tecnico appositamente istituito dalla Provincia di Macerata. Per superare la fase delle emergenze, che comunque ha già causato ingenti perdite economiche, anche da parte dellENEL, nonché alcuni fenomeni di dissesto idrogeologico nelle suggestive gole del Fiastrone, si rende necessario risolvere definitivamente il problema attraverso una drastica riduzione dei nutrienti che vengono riversati nelle acque del lago. Oltre a promuovere e incentivare ladozione di pratiche agricole ecologicamente compatibili, tema peraltro affrontato nellambito del Piano per lAgricoltura Sostenibile in fase di predisposizione da parte del Parco, appare necessario realizzare impianti di depurazione che siano efficienti e, allo stesso tempo, che si integrino armoniosamente nel delicato contesto paesistico-ambientale della valle del Fiastrone. A tal fine, sulla base di un progetto preliminare del Parco realizzato in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato, la Provincia di Macerata, con fondi del Ministero dellAmbiente ha progettato un sistema di fitodepurazione lungo la valle del Fiastrone, nei Comuni di Fiastra, Acquacanina e Bolognola. Il principio della fitodepurazione si basa sulla proprietà delle piante di favorire i processi di mineralizzazione della sostanza organica nonché di assorbire direttamente i nutrienti. Un impianto di fitodepurazione, pertanto, consiste in un sistema in cui vengono convogliate le acque reflue urbane le quali, dopo le prime fasi di trattamento, giungono in un ampio vassoio in cui vengono fatte crescere piante autoctone tipiche degli ambienti umidi come, ad esempio, la cannuccia dacqua e la tifa. Oltre a rappresentare di per sé elementi ecologicamente qualificanti, gli impianti di fitodepurazione presentano anche il vantaggio di richiedere poca energia per funzionare e limitati costi per la manutenzione. |
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