Acqua: per una
strategia condivisa
Sorella acqua
Al via il progetto
per il “Museo dell’acqua”
L’acqua per la pace
Le marcite di Norcia,
simbolo di antiche tradizioni
L’acqua da salvare
L’Anno europeo delle
persone con disabilità
Una speranza accessibile
Foce: come coniugare turismo
e conservazione ambientale
Il Corpo Forestale
nella Valle del Lago di Pilato
Il camoscio appenninico
a Bolognola
La gestione del cinghiale
nel Parco
Il Lago di Fiastra: un serbatoio
di energia preziosa
Depurare con le piante
Ad Acquacanina inizia
la stagione dello sci di fondo
Comune di Preci, un museo
per la scuola chirurgica
Fiastra : nuova sede
per il CEA Valle del Fiastrone
A Norcia la prima Cooperativa
certificata ISO 9001:2000
Incendi e abusi,
una strategia studiata
Il nuovo bando per la gestione
delle Case del Parco
Pedalando nel Parco
I bandi di prossima uscita
Dichiarazione di Norcia
Acqua: per una strategia condivisa

Il 2003 è stato l’anno internazionale dell’acqua. Iniziative ovunque
e di tanti soggetti, anche della Provincia di Macerata che ha rilanciato
la nostra idea di un museo dell’acqua all’aria aperta a Castelsantangelo:
ne scrive Stefano Leoperdi, assessore sensibile e fantasioso. Sono invece mancate le azioni a tutela di una risorsa che oggi è a rischio e che per il futuro propone scenari drammatici.
Che l’acqua sia risorsa strategica, in particolare per la pace nel mondo,
ce lo dice Walter Mazzitti, il quale, oltre a essere Presidente del Parco nostro confinante, ricopre un importante e delicatissimo ruolo internazionale. Ma è risorsa strategica pure per il nostro paese, anche
se le autorità competenti ritengono di risolvere tutti i problemi - quelli
legati alla crescita dei bisogni o quelli derivanti da sprechi e da acquedotti carenti e obsoleti - continuando a captare acqua dalle montagne, preziosi serbatoi che, attraverso le sorgenti e i fiumi, assicurano la vita di tutti gli esseri. Le conseguenze di queste captazioni, di fatto senza limiti,
sono ben visibili: sui Sibillini i laghetti di Foce e di Capotenna sono spariti;
i fiumi Nera e Aso, il torrente Ussita e quello dell’Acquasanta periodicamente muoiono per alcuni tratti; sono a rischio e a volte compromessi gli ecosistemi fluviali e gli ambienti umidi legati alle sorgenti di alta quota. Come visibili sono le conseguenze di cui parliamo
a proposito del Lago del Fiastrone. Per non parlare delle conseguenze invisibili che, come tali, sono dense di incognite.
Il caso dell’acquedotto del Nera è emblematico. Per soddisfare le
legittime esigenze di una fascia della popolazione marchigiana
il Consorzio dei Comuni interessati ha iniziato da anni la realizzazione dell’opera affrontando spese ingenti. Sulla base di una concessione provvisoria sta costruendo un acquedotto della portata di circa 800 litri/secondo; la richiesta presentata al Parco è stata invece di 550 litri/secondo da captare interamente alla sorgente; il Parco, sulla base
di uno studio di autorevoli consulenti, tra cui Lucio Ubertini e Carlo Boni,
ne ha autorizzati solo 150: oltre questa soglia si inciderebbe sul deflusso minimo vitale.
Mentre il Consorzio continua i lavori, forse nella speranza del tutto
illusoria di mettere le altre istituzioni di fronte al fatto compiuto, sulla vicenda è calato il silenzio. Eppure soluzioni alternative sono possibili:
altre fonti possono essere utilmente ricercate; occorre razionalizzare
gli usi: l’acqua di sorgente non può più essere utilizzata per scopi diversi
da quelli potabili; si deve promuovere un’efficace politica per il risparmio; non si possono accettare gli sprechi dell’attuale rete acquedottistica.
Abbiamo tutti il dovere - il Parco per primo perché istituzionalmente
è luogo di sperimentazione di usi sostenibili delle risorse - di imboccare
nuove strade, di costruire una strategia condivisa. Iniziamo quanto meno
con il discuterne.

Carlo Alberto Graziani
(Presidente del Parco Nazionale dei Monti Sibillini)


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