Acqua: per una
strategia condivisa
Sorella acqua
Al via il progetto
per il “Museo dell’acqua”
L’acqua per la pace
Le marcite di Norcia,
simbolo di antiche tradizioni
L’acqua da salvare
L’Anno europeo delle
persone con disabilità
Una speranza accessibile
Foce: come coniugare turismo
e conservazione ambientale
Il Corpo Forestale
nella Valle del Lago di Pilato
Il camoscio appenninico
a Bolognola
La gestione del cinghiale
nel Parco
Il Lago di Fiastra: un serbatoio
di energia preziosa
Depurare con le piante
Ad Acquacanina inizia
la stagione dello sci di fondo
Comune di Preci, un museo
per la scuola chirurgica
Fiastra : nuova sede
per il CEA Valle del Fiastrone
A Norcia la prima Cooperativa
certificata ISO 9001:2000
Incendi e abusi,
una strategia studiata
Il nuovo bando per la gestione
delle Case del Parco
Pedalando nel Parco
I bandi di prossima uscita
Dichiarazione di Norcia
Sorella acqua
di Alfredo Fermanelli

Valorizzare un territorio significa anche programmare e prevedere un uso
duraturo dell’ambiente, considerando le aspettative degli abitanti che vi
vivono, rispettare la cultura, la storia e le sue tradizioni che non sono solo
fatte di nobili palazzi, antiche abbazie o splendidi affreschi, ma anche da
tutti quei valori che, nel loro insieme, contribuiscono a delineare l’unicità
di questo mondo.
Come dimenticare, infatti, le magiche montagne della Sibilla, i boschi che
ammantano le sue vallate, le fresche acque dei torrenti? Essi, sono tutti
elementi inscindibili, che fanno parte, della vita e della storia di questo
territorio, del Parco Nazionale dei Monti Sibillini.
Così, vivere e rispettare le acque di una montagna significa comprenderne
i delicati equilibri ecosistemici, perché, senza questa preziosa risorsa,
la vita muore. Muore come un albero disseccato in un deserto lontano,
come una rondine senza nido, come un uomo privato del suo sangue.
Dove allora inizia quel rispetto “essenziale” di un territorio e dove finisce
l’utilizzo delle sue risorse, oltre il quale un’attività, si trasforma in bieco
sfruttamento, contro gli interessi di altri uomini e dell’ ambiente in cui essi
stessi vivono?
Può allora forse essere “il limite”, un fiume senza più acque, senza
più vita, senza più futuro? Quali speranze ci saranno, così, per il domani?
Eppure ciò è drammaticamente accaduto più volte sui Sibillini: un lago
scomparso in una notte, come a Foce di Montemonaco, dove l’acqua
sale ancora “per in su”, lungo la valle, per realizzare improbabili, quanto
fantasiosi progetti di valorizzazione agricola; la stessa acqua che poco
più a valle è “utile” come ci ricorda il disciplinare di concessione relativo
alla “Presa”, per rimuovere e trasportare (ancora più a valle o nel mare?)
i rifiuti tutte le volte che ne sorgerà la necessità. E ancora che dire di
altrettanto faraonici progetti che prevedevano di portar via “tutta” l’acqua
ed anche più, se fosse possibile, per dissetare la costa?
Appare quasi banale, se non si registrassero ancora oggi continui
attentati all’ambiente, ciò che ci indica la nostra coscienza (oltre che la
legge!): la quantità di acqua utilizzabile non può essere pari che alla differenza della portata naturale in alveo e quella del deflusso minimo
vitale. Proprio per delineare un quadro conoscitivo, assolutamente
necessario per programmare un corretto uso di risorse così preziose,
il parco ha avviato una serie di studi sul patrimonio idrico dei Sibillini.
Ciò anche perché, alcuni anni fa, ci si trovava in una situazione che,
da un lato, mostrava una oggettiva carenza di conoscenze e dati
disponibili e dall’altro lato evidenziava un’ anomala concentrazione
di informazioni e saperi che poi ha, di regola, determinato una direzione
“esterna” e non sempre realmente ecosostenibile, nell’uso proprio
di queste risorse, così preziose per i Sibillini.
Studio e ricerca sono state quindi le parole, quasi magiche, per capire,
comprendere ma anche e soprattutto difendere il territorio. È in questo
senso che il Parco ha realizzato un piano per la conoscenza delle acque
dei Sibillini e la Carta Ittica che oggi rappresentano, insieme ad altri studi
complementari, un patrimonio conoscitivo di straordinario valore,
funzionale oltre che alla gestione del patrimonio naturale anche
a supportare le decisioni dell’Ente, rispetto a proposte di captazioni
e di nuovi scarichi nei fiumi.
L’indagine, che deve peraltro essere considerata come di livello
conoscitivo preliminare, ovvero bisognosa di ulteriori approfondimenti
e soprattutto di monitoraggi costanti sul territorio che sono stati peraltro
già attivati con la collaborazione del Coordinamento Territoriale
per l’Ambiente (CTA) del Corpo Forestale dello Stato, ha comunque
permesso di censire e parametrizzare i diversi corsi d’acqua,
le concessioni riguardanti le captazioni, gli acquedotti e gli impianti
di depurazione esistenti, le potenziali fonti inquinanti e, più in generale,
lo status del patrimonio ittico del Parco.
A tal proposito, è stata posta particolare attenzione alla situazione della
trota che risulta essere la specie dominante nell’area dei Sibillini,
colonizzando tutte le acque fredde e ben ossigenate comprese fra
i 15 ed i 18°.
Purtroppo però per questa specie le numerose immissioni di esemplari
di provenienza atlantica ed i conseguenti fenomeni di ibridazione hanno
portato, di fatto, all’estinzione delle popolazioni locali. I casi in cui si è
mantenuta una certa purezza sono oramai relegati a poche località che,
per ragioni di impraticabilità o per scarsa rilevanza della pesca, non sono
mai state interessate da pratiche di ripopolamento.
Un altro dato, relativo al patrimonio idrico, che merita essere ricordato,
in quanto drammaticamente significativo, è quello relativo alle sorgenti:
delle 119 ubicate all’interno di aree in cui si registra un livello critico,
relativamente al deflusso minimo vitale (aree che ovvero dovrebbero essere
considerate come intoccabili) ben 77 sono, oramai, già state captate con
effetti decisamente critici, se non dirompenti, per i territori sottesi.
In tal senso appare quindi necessario che la politica del parco dovrà
prevedere l’adozione di sicuri atteggiamenti di tutela nei confronti delle
risorse idriche del territorio dei Sibillini, pur mantenendo quello spirito
di collaborazione e intesa con tutti gli enti locali che ha, da sempre,
contraddistinto l’azione dell’Ente.


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