Acqua: per una
strategia condivisa
Sorella acqua
Al via il progetto
per il “Museo dell’acqua”
L’acqua per la pace
Le marcite di Norcia,
simbolo di antiche tradizioni
L’acqua da salvare
L’Anno europeo delle
persone con disabilità
Una speranza accessibile
Foce: come coniugare turismo
e conservazione ambientale
Il Corpo Forestale
nella Valle del Lago di Pilato
Il camoscio appenninico
a Bolognola
La gestione del cinghiale
nel Parco
Il Lago di Fiastra: un serbatoio
di energia preziosa
Depurare con le piante
Ad Acquacanina inizia
la stagione dello sci di fondo
Comune di Preci, un museo
per la scuola chirurgica
Fiastra : nuova sede
per il CEA Valle del Fiastrone
A Norcia la prima Cooperativa
certificata ISO 9001:2000
Incendi e abusi,
una strategia studiata
Il nuovo bando per la gestione
delle Case del Parco
Pedalando nel Parco
I bandi di prossima uscita
Dichiarazione di Norcia
Incendi e abusi, una strategia studiata
Una voce dal territorio
di Giulio Lattanzi

Le cronache dei giornali ci hanno bombardato ogni giorno durante l’estate
sugli incendi che si sviluppavano su tutta la penisola, sui pericoli per
i cittadini e sulle morti, in particolare di anziani, che le fiamme “dolose”
avevano creato.
Sarà l’aria dei condoni, la siccità, l’annunciato condono edilizio,
l’ecomafia anche per coprire con il fuoco le discariche abusive di rifiuti,
la mancanza di tremila uomini e i mezzi obsoleti (lo conferma, Alemanno,
Ministro delle politiche agricole) del Corpo della Forestale, fatto sta che
gli incendi boschivi rispetto all’anno scorso sono aumentati.
Non ho mai sentito parlare di prevenzione a livello nazionale, salvo
il numero verde della forestale, eppure spendiamo tanto in pubblicità
e “investiamo” centinaia di milioni di euro per i palloni e satelliti artificiali
per prevedere il clima. Molti dirigenti nazionali della protezione civile ed
alcuni studiosi del fenomeno, affermano che dietro agli incendi c’è un
mandante o una strategia, fino a giungere alle dichiarazioni del massimo
dirigente della Protezione Civile, Bertolaso: “…gli incendi sono tutti dolosi
o colposi. Escludo l’autocombustione. I roghi vengono accesi in diversi
punti, come vi fosse una strategia studiata....”
Alla base della criminale azione dei piromani allora non c’è solo
la speranza di edificare nei luoghi distrutti dal fuoco, ma di avere fondi
e terreni per i lavori di rimboschimento, per nuove discariche abusive,
nuova cementificazione e varie attività malavitose.
Certo per aver ragione di un disegno di questa portata, ci vuole una
azione coordinata di “intelligence” non solo italiana, ma di una task
force di protezione civile Europea.
In attesa di scelte appropiate bisogna pensare ai prossimi mesi
e all’estate del 2004.
Intanto i Comuni che sono i titolari della gestione del territorio, inviino
subito le mappe dei terreni bruciati, impedendo in questo modo per una
legge esistente (è troppo poco) di costruire in quei luoghi per un minimo
di 10 anni.
Le Regioni (le Marche hanno avuto circa 40 incendi e circa 60 ha distrutti,
anche se è una zona a medio e basso rischio) e lo Stato controllino che
ciò avvenga, anche perché gli incendi (le aree che non sono state oggetto
dei piromani forse non sono ancora appetibili) non hanno creato solo
danni al territorio, ma al turismo per circa 250 milioni di euro: disdette
delle prenotazioni, evacuazioni, riduzione delle permanenze, costi
maggiori per le strutture interessate al triste fenomeno.
Adesso al fuoco si è sostituita l’acqua e le frane con i suoi morti (forse
il territorio non è gestito al meglio), ma i nostri custodi sono sempre gli
stessi: volontariato, vigili del fuoco, forestale. Le alluvioni si
moltiplicheranno, alberi che attutiscono la furia delle acque, tagliati per
far spazio a costruzioni, deviazioni, irrigimentazione e costrizione in
condotte e mancata pulizia dei fiumi.
La situazione si è aggravata con lo spopolamento delle montagne lasciate
al loro destino.
L’ambiente aveva un suo equilibrio e la difesa del suolo partiva dai
“montanari”, ora non c’è più e nessuno ha pensato di ricrearlo.
Ora abbiamo il condono edilizio che è un finto risanamento finanziario.
I condoni si rivolteranno contro chi li ha permessi: soldi immediati, ma
un chiaro incoraggiamento agli evasori per quello fiscale, quello edilizio
che permette gli abusi non è solo iniquo per i guasti all’ambiente, ma
per la spesa che dovranno sostenere i Comuni per portare agli edifici
abusivi: acqua, gas, elettricità (è già poca. Il black-out insegna.),
fognature, strade.
Le entrate sono centrali mentre i Comuni pagano e il disastro
dell’ambiente diventa sempre più pericoloso.


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