Acqua: per una
strategia condivisa
Sorella acqua
Al via il progetto
per il “Museo dell’acqua”
L’acqua per la pace
Le marcite di Norcia,
simbolo di antiche tradizioni
L’acqua da salvare
L’Anno europeo delle
persone con disabilità
Una speranza accessibile
Foce: come coniugare turismo
e conservazione ambientale
Il Corpo Forestale
nella Valle del Lago di Pilato
Il camoscio appenninico
a Bolognola
La gestione del cinghiale
nel Parco
Il Lago di Fiastra: un serbatoio
di energia preziosa
Depurare con le piante
Ad Acquacanina inizia
la stagione dello sci di fondo
Comune di Preci, un museo
per la scuola chirurgica
Fiastra : nuova sede
per il CEA Valle del Fiastrone
A Norcia la prima Cooperativa
certificata ISO 9001:2000
Incendi e abusi,
una strategia studiata
Il nuovo bando per la gestione
delle Case del Parco
Pedalando nel Parco
I bandi di prossima uscita
Dichiarazione di Norcia
Una speranza accessibile
di Lucrezia Colurcio e Liborio Vaccaro

Dopo anni di dibattito, sembra proprio che la strada verso l’integrazione
sociale sia stata fattivamente intrapresa; operatori del turismo, tecnici,
gestori, associazioni di utenti, tutti energicamente coinvolti nella
“costruzione” di una speranza che oggi, finalmente, diventa accessibile:
il cambiamento culturale nei confronti della disabilità. Si tratta del crollo
e della sostituzione di un paradigma: dall’uguaglianza all’equivalenza
sociale. La nostra società è ormai abbastanza matura per poter superare
definitivamente il privilegio e il supremo valore attribuiti all’uguaglianza,
per aprirsi all’ottica della diversità e dell’alternativa, intese come beni
superiori all’uguaglianza stessa.
L’offerta di natura accessibile deve essere diversificata, a seconda delle
esigenze e delle aspettative dell’utenza, nonché delle opportunità offerte
dalle risorse naturalistiche ed ambientali dell’area. Bisogna progettare
sentieri ed attrezzature pensati “per tutti” e non per particolari categorie
di persone. Diversificare quindi, ma anche coinvolgere e informare, tutti
quei soggetti ragionevolmente rappresentativi degli interessi in gioco.
È il messaggio lanciato dal recente Convegno di Norcia, che ha segnato
indiscutibilmente l’inizio di un dialogo e di un aperto confronto.
Pensiamoci bene: un’Area Protetta rappresenta un valore inestimabile;
è auspicabile che anche le comunità locali possano trarre vantaggio,
in termini economici e di immagine, dalle iniziative mirate a costruire
o a migliorare l’accessibilità del Parco; spesso si tratta semplicemente
di riscoprire un’identità ed una coscienza comuni, ciò che nella sostanza
lega il Parco al proprio contesto territoriale. L’esperienza dei Sibillini deve
essere considerata un esempio da imitare, l’inizio di un percorso comune
che, oggi, la nostra società deve necessariamente intraprendere.
Del resto, le ormai numerose iniziative di natura accessibile nel nostro
Paese, manifestano la chiara volontà di fare del Parco un volano sia per
l’integrazione sociale che per quella territoriale, proponendolo in tutte
le sue sfumature, da luogo introspettivo a motore di attività economiche
in senso stretto.
È evidente che la delicatezza degli ambiti d’intervento (non
dimentichiamoci che si tratta di aree “protette”) richiede grande attenzione
nella stesura dei progetti e nella loro realizzazione; ciò che forse ancora
manca è la definizione di linee guida, ovvero di principi generali, a cui
riferirsi affinché non emergano le potenziali conflittualità esistenti tra
le esigenze di conservazione della natura e le esigenze di fruizione
ed accessibilità, ma anzi diventino pretesto ed opportunità per soluzioni
tecniche sempre più compatibili. Il Convegno è stato sicuramente un
passo importante in questa direzione, ponendo le basi per una
ridefinizione, anche normativa, di un tema, tanto complesso quanto
sentito, come quello della “natura accessibile”.


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