La banca del germoplasma Grazie ad un progetto avviato dal Parco Nazionale dei Monti Sibillini con la fondamentale collaborazione dellA.S.S.A.M (Agenzia Servizi Settore Agroalimentare delle Marche) si sta realizzando una Banca del Germoplasma presso il Vivaio Forestale di Piane di Contro di Amandola. 1500 mq di superficie sono stati destinati alla produzione di specie arboree ed arbustive autoctone del territorio dei Monti Sibillini. È inoltre prevista la realizzazione di un catalogo delle specie forestali, arbustive e prative con definizione dei protocolli di riproduzione delle diverse specie ed individuazione di aree certificate di raccolta con successivo utilizzo del materiale prodotto e certificato in progetti di recupero ambientale. Altre piantine, provenienti sempre dal vivaio di Amandola, sono già state utilizzate nel 1999-2000 per un progetto, attivato nellalta Valle dellAmbro, di ricostituzione dellorizzonte degli arbusti contorti: un tipo di vegetazione che posto al di sopra della faggeta, è stato, nei secoli passati, quasi completamente eliminato dalluomo con il fine di ampliare le aree pascolive. È nellambito di tale progetto che è stata anche effettuata la reintroduzione del pino mugo e dellabete bianco; un intervento grazie al quale, nel 2003, al Parco Nazionale dei Monti Sibillini, è stato assegnato dal WWF il Panda dOro, premio con il quale lassociazione riconosce annualmente i migliori progetti nazionali di tutela delle specie e degli habitat minacciati. Attualmente nel vivaio di Amandola sono presenti oltre seimila fitocelle di specie diverse ma si punta a raddoppiarne il numero sin dalla prossima primavera. Lobiettivo è quello di giungere ad una produzione, progressiva e costante, di pianticelle che dovranno essere altresì certificate, ovvero debitamente riconosciute come provenienti dal territorio dei Monti Sibillini. Il Parco ha inoltre promosso un analogo progetto - che si integra con quello già avviato nel vivaio di Amandola - presso il vivaio - banca di germoplasma della Comunità Montana Valnerina. Anche in questo caso la finalità è quella di favorire la produzione di specie vegetali autoctone e sviluppare tecniche di restauro ambientale e naturalistico, che verranno sperimentalmente applicate in diverse aree, fra cui alcuni tratti del sentiero, fortemente eroso, che da Forca di Presta sale sul M. Vettore. Naturalmente questi progetti debbono rappresentare solo il primo passo di un impegno che deve vedere coinvolte tutte le amministrazioni pubbliche: dai Comuni, alle Comunità Montane, alle Province. Ciascun ente sarà infatti chiamato ad utilizzare, per i propri progetti di recupero e riqualificazione territoriale, le piantine certificate appositamente prodotte dai due vivai. Si garantirà così, progressivamente, il rispetto dei fondamentali equilibri naturali e, nel contempo, si consentirà il pieno il decollo dei due vivai- banche di germoplasma, che devono e vogliono essere a servizio della montagna e che, dal canto loro possono offrire unoccasione straordinaria per garantire nuova occupazione, altamente qualificata, anche nel territorio del Parco. Michele Sensini |
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