Serie storiche e successioni secondarie negli incolti del monte Cardosa Grazie al contributo concesso dal Parco Nazionale dei Monti Sibillini è stato recentemente pubblicato Serie storiche e successioni secondarie negli incolti del Monte Cardosa. Il volume fa parte della collana Luomo e lambiente, diretta dal Dottor Franco Pedrotti e promossa dal Dipartimento di Botanica ed Ecologia dellUniversità di Camerino. Le pecore mangiano gli uomini, è questo un vecchio detto popolare quanto mai valido per il territorio dei Monti Sibillini dove, da sempre, agricoltura e allevamento si sono contesi lo spazio. La pastorizia transumante, attività economica principale, si affiancava ad unagricoltura di sussistenza praticata su ogni terreno disponibile, spesso strappato al bosco. Ne sono prova le tracce degli antichi terrazzamenti che ancora oggi sono evidenti in molte aree, fino a circa 1600 metri di quota, dove si sono spinte le coltivazioni nei periodi di maggiore sviluppo demografico. Ma oggi, a decenni di distanza dallabbandono, come si sta evolvendo la vegetazione laddove luomo, dissodando, ha cercato di ottenere la massima produttività agricola pur su un terreno così difficile? Si è cercato di rispondere a questa domanda avviando la ricerca in unarea di antichi coltivi del Monte Cardosa, nel settore occidentale dei Sibillini. Dallindagine storica iniziale, che ha permesso di conoscere le diverse utilizzazioni del suolo già a partire dal 1827, si è giunti allanalisi fitosociologica (che indica le specie presenti e come tendono a raggrupparsi) ed ecologica della vegetazione presente oggi. Con i dati raccolti sono state realizzate sei cartografie il cui confronto ha permesso di evidenziare come il mosaico di pascoli, boschi e siepi si sia trasformato nellarco di quasi 180 anni e di determinare le tendenze della vegetazione che, nonostante il pesante intervento delluomo, mostra notevoli segni di recupero, comunque rallentati dalle difficili condizioni ambientali. Donatella Rosi |
|||
|
|||
I numeri pubblicati | home |