L’importanza
della partecipazione
Il Parco motore
dello sviluppo locale
Acqua: un accordo decisivo
Il ritorno del nobile
signore dei boschi
Giorro, un cervo eccezionale
Gestione del cinghiale:
verso l’equilibrio
L’Osservatorio sul
Turismo nel Parco:
aumentano le presenze
Verso la valorizzazione
dell’area di Castelluccio
Adam Williams
Norma e Maurice Joseph
Un progetto con il CAI
per la segnatura
dei sentieri dei Sibillini
La carta dei sentieri
del Parco Nazionale
dei Monti Sibillini
La vetrina dei prodotti
del Parco Nazionale
dei Monti Sibillini
La banca del germoplasma
EOBEM:
il Parco visto dallo spazio
L’agricoltura nel Parco
dei Monti Sibillini
Serie storiche e
successioni secondarie
negli incolti del
monte Cardosa
Due nuove strutture
all’interno della sede
del Parco
Notizie in breve
Attività ed escursioni
nei Sibillini
Le manifestazioni
nei Comuni del Parco
Acqua: un accordo decisivo

Molti lettori si saranno chiesti cosa succederà una volta che i lavori per
la captazione delle acque del fiume Nera saranno terminati e l’impianto
inizierà a funzionare.
La maggiore preoccupazione riguarda essenzialmente una modificazione
dell’ecosistema preesistente. Sono problemi concreti e attuali, alla luce
di quanto accaduto per altri lavori della stessa natura svolti in passato in
maniera aggressiva e irrazionale. Ricordiamo, ad esempio, la scomparsa
del laghetto di Foce, la profonda alterazione ambientale registrata alle
sorgenti del fiume Tenna, proprio all’inizio della splendida valle
dell’Infernaccio o il depauperamento di alcuni torrenti. Alla luce di queste
problematiche è stato di recente firmato un protocollo d’intesa tra il Parco
e la Regione Marche con lo scopo di definire i criteri di valutazione delle
portate d’acqua derivabili dalla sorgente S.Chiodo nel comune di Castel
Sant’Angelo sul Nera.
Tale protocollo prende atto della necessità di conciliare i lavori di
captazione delle acque fluviali del Nera con un monitoraggio quali-
quantitativo preciso e costante, in modo da assicurare, oltre il “deflusso
minimo vitale” così come definito dalla legge, anche una buona qualità
dell’acqua, che risulta essere indispensabile per garantire il
mantenimento dei delicati equilibri ecosistemici e della vita stessa
del fiume.
Si è cioè cercato di conciliare aspetti tra loro disparati, fonte in passato
di accesi dibattiti derivanti da fattori ed interessi differenti, quali quelli
economici, ambientali, legislativi, di informazione ed educazione.
Ma vediamo più da vicino di cosa si parla. Il monitoraggio di cui sopra
prevede l’attivazione di un sistema di diverse stazioni di rilevamento
lungo l’alveo del fiume, dalla sorgente fino a Visso, tale da consentire
la raccolta di preziosi dati sulla portata e la qualità delle acque del fiume
Nera. A quattro stazioni di monitoraggio automatico, che trasmetteranno
i dati in maniera costante e ad intervalli di tempo prestabiliti, dovranno
essere aggiunte tre sezioni di rilevamento manuale in modo da avere un
flusso omogeneo di dati sul livello di portata del fiume.
Alle stazioni di rilevamento, che dovranno essere realizzate dalla Società
per l’Acquedotto del Nera spa, seguendo metodologie in linea con il
sistema di prevenzione del Servizio di Protezione Civile, saranno
aggiunte attività di controllo, effettuate già prima dell’inizio della
captazione in modo da poter avere un quadro il più chiaro possibile dello
status quo all’attingimento, direttamente dalla Regione Marche in
collaborazione con il Parco e, laddove si riscontri una reale necessità,
potranno essere programmate ulteriori analisi ed attività integrative.
Per quanto concerne, infine, la valutazione della portata derivabile,
questa verrà effettuata in perfetta sintonia fra la Regione Marche e il
Parco, con il coinvolgimento di altri importanti organismi quali l’Autorità
di Bacino del Tevere, e terrà conto anche delle forme di utilizzo già
presenti lungo il primo tratto del Fiume Nera. Altrettanto importante
appare la ricerca di possibili fonti alternative in grado di integrare la
portata dell’acquedotto.
La finalità di pubblico interesse, quale principale prerogativa dei lavori
svolti dalla Società per l’acquedotto del Nera, in quanto necessario a
soddisfare il fabbisogno di acqua potabile, non può quindi prescindere da
una costante supervisione, volta a sottolineare o meno l’assenza di effetti
negativi sull’ambiente e ad evitare quei fenomeni di “cannibalismo” di cui
spesso siamo spettatori se non attori. Si auspica, peraltro, la
realizzazione di reti idriche duali che, garantendo un uso esclusivamente
idropotabile dell’acqua “minerale” di Castelsantangelo, ne eviterebbero
un eccessivo prelievo.
Punto di straordinaria importanza dell’accordo è che la Regione Marche
ed il Parco si sono impegnati a svolgere attività di monitoraggio ad ampio
respiro non solo sul bacino del Nera ma sull’intero territorio del Parco,
proprio per cercare di prevenire, ma anche controllare efficacemente
quelle situazioni che hanno alterato gli equilibri del territorio, con danni
sia agli ecosistemi che alle attività dell’uomo. D’altra parte va sottolineato
che l’acqua è una risorsa strategica e vitale ed un uso indiscriminato di
questo elemento non può andare ad arginare altre problematiche legate,
ad esempio, all’uso di acquedotti troppo vecchi o mal funzionanti.
Le popolazioni della montagna richiedono un’attenzione particolare per
un bene così importante, un elemento che è anche un simbolo
caratterizzante questo territorio che è stato invece così spesso violentato
ed ingiustamente depauperato.
I fiumi dei Sibillini sono infatti un elemento fondamentale che fa parte
della storia e della cultura di queste terre e risulta insostenibile che oltre
i due terzi delle sorgenti dei Sibillini siano già state captate. Ci si chiede
quindi se i tanti interessi in gioco non andranno a riversarsi negativamente
su un territorio con già tante difficoltà di ripresa; se le decisioni che
verranno prese non metteranno da parte la valorizzazione di un territorio
che ha bisogno di ricevere piuttosto che sempre dare.
“Questa convenzione - afferma Alfredo Fermanelli, Direttore del Parco
che insieme a Giorgio Occhipinti , Dirigente del Servizio Risorse Idriche
e Pianificazione Porti, ha firmato la convenzione fra i due Enti - segna un
passaggio importante per il nostro territorio. La stretta collaborazione tra
Regione Marche e Parco su una questione di rilevanza straordinaria -
non solo locale ma addirittura nazionale - consentirà di monitorare
costantemente il livello delle acque in un’ottica di utilizzo razionale
e duraturo delle risorse idriche”.
“Paesaggio è ciò che si vede e bisogna cercare di capire al di là di quanto
è visibile”. È un bene la cui trasformazione e distruzione non consentono
alcun ripristino dei fattori estetico-ambientali compromessi. Va quindi
salvaguardato e tutelato in ogni suo aspetto e soprattutto le sue acque
che sono l’elemento che irrora e porta nuova linfa vitale all’intero territorio
e che pertanto debbono essere utilizzate con il giusto rispetto anche
per dare risposte concrete alle legittime aspettative delle future generazioni.

Marina Tarragoni


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