Acqua: un accordo decisivo Molti lettori si saranno chiesti cosa succederà una volta che i lavori per la captazione delle acque del fiume Nera saranno terminati e limpianto inizierà a funzionare. La maggiore preoccupazione riguarda essenzialmente una modificazione dellecosistema preesistente. Sono problemi concreti e attuali, alla luce di quanto accaduto per altri lavori della stessa natura svolti in passato in maniera aggressiva e irrazionale. Ricordiamo, ad esempio, la scomparsa del laghetto di Foce, la profonda alterazione ambientale registrata alle sorgenti del fiume Tenna, proprio allinizio della splendida valle dellInfernaccio o il depauperamento di alcuni torrenti. Alla luce di queste problematiche è stato di recente firmato un protocollo dintesa tra il Parco e la Regione Marche con lo scopo di definire i criteri di valutazione delle portate dacqua derivabili dalla sorgente S.Chiodo nel comune di Castel SantAngelo sul Nera. Tale protocollo prende atto della necessità di conciliare i lavori di captazione delle acque fluviali del Nera con un monitoraggio quali- quantitativo preciso e costante, in modo da assicurare, oltre il deflusso minimo vitale così come definito dalla legge, anche una buona qualità dellacqua, che risulta essere indispensabile per garantire il mantenimento dei delicati equilibri ecosistemici e della vita stessa del fiume. Si è cioè cercato di conciliare aspetti tra loro disparati, fonte in passato di accesi dibattiti derivanti da fattori ed interessi differenti, quali quelli economici, ambientali, legislativi, di informazione ed educazione. Ma vediamo più da vicino di cosa si parla. Il monitoraggio di cui sopra prevede lattivazione di un sistema di diverse stazioni di rilevamento lungo lalveo del fiume, dalla sorgente fino a Visso, tale da consentire la raccolta di preziosi dati sulla portata e la qualità delle acque del fiume Nera. A quattro stazioni di monitoraggio automatico, che trasmetteranno i dati in maniera costante e ad intervalli di tempo prestabiliti, dovranno essere aggiunte tre sezioni di rilevamento manuale in modo da avere un flusso omogeneo di dati sul livello di portata del fiume. Alle stazioni di rilevamento, che dovranno essere realizzate dalla Società per lAcquedotto del Nera spa, seguendo metodologie in linea con il sistema di prevenzione del Servizio di Protezione Civile, saranno aggiunte attività di controllo, effettuate già prima dellinizio della captazione in modo da poter avere un quadro il più chiaro possibile dello status quo allattingimento, direttamente dalla Regione Marche in collaborazione con il Parco e, laddove si riscontri una reale necessità, potranno essere programmate ulteriori analisi ed attività integrative. Per quanto concerne, infine, la valutazione della portata derivabile, questa verrà effettuata in perfetta sintonia fra la Regione Marche e il Parco, con il coinvolgimento di altri importanti organismi quali lAutorità di Bacino del Tevere, e terrà conto anche delle forme di utilizzo già presenti lungo il primo tratto del Fiume Nera. Altrettanto importante appare la ricerca di possibili fonti alternative in grado di integrare la portata dellacquedotto. La finalità di pubblico interesse, quale principale prerogativa dei lavori svolti dalla Società per lacquedotto del Nera, in quanto necessario a soddisfare il fabbisogno di acqua potabile, non può quindi prescindere da una costante supervisione, volta a sottolineare o meno lassenza di effetti negativi sullambiente e ad evitare quei fenomeni di cannibalismo di cui spesso siamo spettatori se non attori. Si auspica, peraltro, la realizzazione di reti idriche duali che, garantendo un uso esclusivamente idropotabile dellacqua minerale di Castelsantangelo, ne eviterebbero un eccessivo prelievo. Punto di straordinaria importanza dellaccordo è che la Regione Marche ed il Parco si sono impegnati a svolgere attività di monitoraggio ad ampio respiro non solo sul bacino del Nera ma sullintero territorio del Parco, proprio per cercare di prevenire, ma anche controllare efficacemente quelle situazioni che hanno alterato gli equilibri del territorio, con danni sia agli ecosistemi che alle attività delluomo. Daltra parte va sottolineato che lacqua è una risorsa strategica e vitale ed un uso indiscriminato di questo elemento non può andare ad arginare altre problematiche legate, ad esempio, alluso di acquedotti troppo vecchi o mal funzionanti. Le popolazioni della montagna richiedono unattenzione particolare per un bene così importante, un elemento che è anche un simbolo caratterizzante questo territorio che è stato invece così spesso violentato ed ingiustamente depauperato. I fiumi dei Sibillini sono infatti un elemento fondamentale che fa parte della storia e della cultura di queste terre e risulta insostenibile che oltre i due terzi delle sorgenti dei Sibillini siano già state captate. Ci si chiede quindi se i tanti interessi in gioco non andranno a riversarsi negativamente su un territorio con già tante difficoltà di ripresa; se le decisioni che verranno prese non metteranno da parte la valorizzazione di un territorio che ha bisogno di ricevere piuttosto che sempre dare. Questa convenzione - afferma Alfredo Fermanelli, Direttore del Parco che insieme a Giorgio Occhipinti , Dirigente del Servizio Risorse Idriche e Pianificazione Porti, ha firmato la convenzione fra i due Enti - segna un passaggio importante per il nostro territorio. La stretta collaborazione tra Regione Marche e Parco su una questione di rilevanza straordinaria - non solo locale ma addirittura nazionale - consentirà di monitorare costantemente il livello delle acque in unottica di utilizzo razionale e duraturo delle risorse idriche. Paesaggio è ciò che si vede e bisogna cercare di capire al di là di quanto è visibile. È un bene la cui trasformazione e distruzione non consentono alcun ripristino dei fattori estetico-ambientali compromessi. Va quindi salvaguardato e tutelato in ogni suo aspetto e soprattutto le sue acque che sono lelemento che irrora e porta nuova linfa vitale allintero territorio e che pertanto debbono essere utilizzate con il giusto rispetto anche per dare risposte concrete alle legittime aspettative delle future generazioni. Marina Tarragoni |
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