L’importanza
della partecipazione
Il Parco Motore
dello sviluppo locale
Acqua: un accordo decisivo
Il ritorno del nobile
signore dei boschi
Giorro, un cervo eccezionale
Gestione del cinghiale:
verso l’equilibrio
L’Osservatorio sul
Turismo nel Parco:
aumentano le presenze
Verso la valorizzazione
dell’area di Castelluccio
Adam Williams
Norma e Maurice Joseph
Un progetto con il CAI
per la segnatura
dei sentieri dei Sibillini
La carta dei sentieri
del Parco Nazionale
dei Monti Sibillini
La vetrina dei prodotti
del Parco Nazionale
dei Monti Sibillini
La banca del germoplasma
EOBEM:
il Parco visto dallo spazio
L’agricoltura nel Parco
dei Monti Sibillini
Serie storiche e
successioni secondarie
negli incolti del
monte Cardosa
Due nuove strutture
all’interno della sede
del Parco
Notizie in breve
Attività ed escursioni
nei Sibillini
Le manifestazioni
nei Comuni del Parco
Il Parco motore dello sviluppo locale

Il 2005 è stato un anno in cui, nonostante il blocco di spesa determinato
dalla legge finanziaria che ha impedito al Parco di dispiegare
compiutamente la sua azione, sono stati conseguiti risultati di sicuro
rilievo. In primo luogo si è finalmente affermata l’idea di un nuovo modello
di Parco che deve essere visto quale soggetto che catalizza le forze
e le energie del territorio sì che queste possano determinare la nascita
di progetti ed azioni concrete. L’area protetta cioè, non per sostituirsi
alle autonomie locali, bensì per promuovere le iniziative nate dal basso,
coordinarle e legarle in un legame vivo ed in continua evoluzione.
A tal proposito risulta emblematico lo sforzo di coordinamento operato
dal Parco che ha portato ad un impegno congiunto fra Comuni, Comunità
Montane e Province per la realizzazione di un articolato programma
di tabellazione che dalle aree esterne dei Sibillini, come ad esempio
l’Autostrada Adriatica, permetterà di arrivare al territorio montano e
successivamente di muoversi al suo interno, grazie ad una informazione
aggiornata ed esaustiva, che consentirà anche di raggiungere i diversi
punti informativi, i musei ed ogni altro elemento di pregio ed interesse
del territorio.
Altrettanto importante è stata l’azione avviata, in collaborazione con il
Club Alpino Italiano (CAI), che sta progressivamente portando alla
segnalazione orizzontale di 70 fra i sentieri più interessanti e frequentati.
Questo peraltro non è che il primo passo verso un programma di
organizzazione della fruizione del territorio, assai vasta ed articolata,
che è stata descritta nella carta dei Sentieri del Parco Nazionale,
recentemente pubblicata dal Parco.
Nel corso del 2005 si è inoltre concluso il progetto LIFE camoscio che
permetterà di far tornare, nella primavera del 2006, i primi esemplari di
questa specie nell’area faunistica di Bolognola. Successivamente si
provvederà, con la collaborazione degli altri parchi nazionali dell’Italia
centrale, alla liberazione di alcuni esemplari direttamente in natura,
in attuazione del Piano Nazionale per la Salvaguardia del Camoscio
Appenninico.
Straordinario successo ha ottenuto anche la prima fase di reintroduzione
del Cervo avvenuta nel territorio del comune di Castelsantangelo, che
dovrà peraltro ulteriormente svilupparsi nei prossimi anni, sì di garantire
lo stabilirsi di una popolazione stabile sui Sibillini, al fine della
progressiva ricostituzione degli equilibri ecologici; ciò senza peraltro
dimenticare le positive ricadute, anche in termini turistici, che
l’operazione determinerà.
Il 2005 ha visto inoltre il completamento della nuova sede del Parco che
oltre a garantire una maggiore funzionalità, in termini di operatività agli
uffici dell’ente, ha anche arricchito Visso, uno fra i “borghi più belli
d’Italia”, di un giardino didattico. Un’area verde che, nel corso dei
prossimi anni, diverrà indubbiamente un punto di richiamo ed interesse,
sotto il profilo didattico, per il mondo scolastico.
Interessanti anche i due nuovi progetti avviati rispettivamente con
l’ASSAM e con la Comunità Montana della Valnerina per
l’ammodernamento ed il riconoscimento dei rispettivi vivai quali centri
di produzione di specie forestali ed erbacee certificate che potranno così
essere utilizzate per tutti gli interventi di recupero e riqualificazione
ambientale da realizzarsi da parte degli enti locali. Si potrà così avere
un’alternativa appropriata evitando di utilizzare materiale vegetale
proveniente da altre parti d’Italia o addirittura del mondo. Il progetto
porterà altresì al recupero sperimentale di alcuni tratti del sentiero,
fortemente eroso, che da Forca di Presta sale al M. Vettore ed
all’ impianto di ulteriori esemplari di pino mugo; una specie che
scomparsa dai Sibillini è stata recentemente reintrodotta, dal Parco, nell’alta Valle dell’Ambro.
Nel 2005 è stato poi completato il progetto agricoltura sostenibile che
ha permesso di delineare le problematiche e la realtà del settore nei
Sibillini (i dati saranno oggetto di un volume che verrà pubblicato nella
serie dei Quaderni Scientifico-Divulgativi del Parco). Analogamente
si sono conclusi alcuni progetti pilota in agricoltura, avviati dal Parco
in collaborazione con diversi soggetti sul territorio: i progetti sperimentali
di allevamento semi-estensivo dei suini all’aperto, di promozione di
piante officinali e medicinali, di valorizzazione dei vitigni locali e quello
che ha permesso di individuare 70 aziende agricole disponibili a
commercializzare direttamente i loro prodotti (consultare per i dettagli
il sito www.sibillini.net). Tutti i progetti hanno avuto come obiettivo
fondamentale quello di trasferire sul campo nuove soluzioni e prospettive:
essere cioè un‘occasione ed un segnale importante per una riflessione
congiunta con gli operatori agricoli del territorio, sì da garantire, sempre
più, uno sviluppo rurale in reale equilibrio con l’ambiente.
La nuova alleanza che si sta così stabilendo sui Sibillini fra Agricoltura,
Ambiente e Sviluppo è quindi un segnale importante che sicuramente
sarà foriero di positivi risultati per il territorio del Parco, ma che
determinerà anche benefiche ricadute nelle aree circostanti.
Un successo di particolare importanza è stato anche conseguito nel
settore delle acque dove - in seguito ad un incontro con le diverse
Autorità di Bacino, compresa quella Nazionale del Tevere - è stato
valutato positivamente il Piano delle Acque del Parco, da cui
discenderanno poi le norme fondamentali per la tutela del patrimonio
idrico dei Sibillini. Un patrimonio che, nel corso degli ultimi decenni, è
stato peraltro oggetto di un utilizzo spesso irrazionale che ha portato
addirittura alla captazione di oltre due terzi delle sorgenti esistenti.
Altrettanto di rilievo l’accordo, recentemente formalizzato con la Regione
Marche, sulla base del quale i due enti, con la collaborazione, in
particolare, del Corpo Forestale dello Stato, provvederanno al controllo
ed al monitoraggio delle acque captate nei Sibillini, con particolare
riferimento alle sorgenti del Nera, in un’ottica di rispetto del Deflusso
Minimo Vitale (DMV) e prevedendo, ove necessario, anche una revisione
del quantitativo di acque assentito in passato.
Si sono inoltre concretizzati ulteriori accordi di collaborazione con diversi
altri comuni del Parco fra cui: Castelsantangelo sul Nera, per l’avvio della
gestione dell’area faunistica del cervo che era inutilizzata da diversi anni;
Norcia, con il quale è stato invece sviluppato un programma -
successivamente finanziato dal Ministero dell’Ambiente - per una
riorganizzazione delle attività nei Piani di Castelluccio in un’ottica di
valorizzazione attenta del turismo, ma anche di pieno rispetto
dell’ambiente naturale; Amandola, per il completamento del Museo
Antropogeografico. Analoghi accordi, che insieme ai precedenti sono
stati finanziati dal Ministero dell’Ambiente per un importo complessivo
pari a oltre 1.690.000.000 Euro, si sono concretizzati con altri comuni
del Parco: Montefortino, Montemonaco, Arquata del Tronto,
Pievebovigliana, Cessapalombo, Visso, Preci, ecc...
Conclusi, oltre all’Ob. 2 che ha visto la nascita di una rete di musei in
diversi comuni dei Sibillini (descritti nella guida “I Musei del Parco”),
numerosi altri progetti, in molti casi curati direttamente dai comuni.
Essi si sono così andati ad aggiungere a quelli già realizzati nel passato,
con i fondi del Programma Triennale per le Aree Protette,
dell’ Obiettivo 5B), dei Leader Marche ed Umbria, del Programma
Natour, ecc... Tutti progetti che, oltre a muovere una massa finanziaria
considerevole, hanno permesso di definire in uno spirito di
collaborazione con il Parco, anche quelle linee strategiche che
risulteranno fondamentali per gli assetti e gli equilibri futuri dei Sibillini.
Il 2005 ha quindi visto emergere una nuova idea e concetto di Parco.
Quello di un Parco che si confronta positivamente con la realtà e le
problematiche locali che, in sintonia con gli altri soggetti istituzionali,
trova soluzioni articolate per risolvere le diverse problematiche e che
soprattutto vuole contribuire a pianificare e programmare lo sviluppo del
territorio, garantendo la conservazione dell’ambiente, nel rispetto delle
legittime esigenze anche delle future generazioni.


Alfredo Fermanelli
(Direttore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini)


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