L’importanza
della partecipazione
Il Parco motore
dello sviluppo locale
Acqua: un accordo decisivo
Il ritorno del nobile
signore dei boschi
Giorro, un cervo eccezionale
Gestione del Cinghiale:
verso l'equilibrio
L’Osservatorio sul
Turismo nel Parco:
aumentano le presenze
Verso la valorizzazione
dell’area di Castelluccio
Adam Williams
Norma e Maurice Joseph
Un progetto con il CAI
per la segnatura
dei sentieri dei Sibillini
La carta dei sentieri
del Parco Nazionale
dei Monti Sibillini
La vetrina dei prodotti
del Parco Nazionale
dei Monti Sibillini
La banca del germoplasma
EOBEM:
il Parco visto dallo spazio
L’agricoltura nel Parco
dei Monti Sibillini
Serie storiche e
successioni secondarie
negli incolti del
monte Cardosa
Due nuove strutture
all’interno della sede
del Parco
Notizie in breve
Attività ed escursioni
nei Sibillini
Le manifestazioni
nei Comuni del Parco
Gestione del cinghiale: verso l'equilibrio

“Il 1° dicembre 2005 si è positivamente concluso il primo anno di
attuazione del Piano Triennale di Gestione del Cinghiale.
Complessivamente, nel periodo che va da dicembre 2004 a luglio 2005,
il Piano ha portato al prelievo di 512 capi, contribuendo così a contenere
la densità del suide entro i limiti ritenuti ecologicamente ed
economicamente sostenibili. La popolazione totale di cinghiale, infatti,
stimata per l’intero territorio del Parco nel giugno 2005, supera di poco
le 1900 unità, confermando una tendenza ad una stabilizzazione che
segue ad una drastica diminuzione registrata soprattutto tra il 2001 e il
2002. Certamente, al contenimento della popolazione di cinghiale nel
corso del 2005 hanno contribuito le copiose nevicate, protrattesi fino a
primavera inoltrata. È proprio a causa delle eccezionali condizioni
meteorologiche che gli interventi di prelievo hanno avuto una durata
inferiore rispetto a quanto programmato.
Coerentemente alle “linee guida per la gestione del cinghiale nelle aree
protette” redatte dal Ministero dell’Ambiente e dall’Istituto Nazionale per
la Fauna Selvatica (INFS), il Piano, articolato in programmi annuali,
individua gli obiettivi e i mezzi ritenuti più idonei a garantire una presenza
del suide compatibile con il mantenimento degli equilibri ecologici e
delle attività agricole tradizionali, senza dimenticare dell’importante ruolo
ecologico svolto dalla specie, soprattutto come principale preda del lupo.
A tal fine, gli obiettivi sono definiti sulla base di accurate attività di ricerca
e monitoraggio, svolte sul campo da zoologi esperti, finalizzate alla
valutazione dei danni arrecati dal suide agli ecosistemi naturali e agricoli,
alla stima numerica della popolazione della specie e alla studio delle sue
dinamiche nel tempo e nello spazio, anche in rapporto a diversi fattori
ambientali quali le condizioni meteorologiche e la produttività dei boschi.
Sulla base dell’esperienza maturata nell’ambito del Piano quinquennale,
i metodi di controllo numerico si basano sul prelievo selettivo, soprattutto
tramite l’ormai collaudata tecnica dell’abbattimento da appostamento
fisso effettuato dagli operatori appositamente formati dal Parco, sotto
la sorveglianza del Corpo Forestale dello Stato. Inoltre, come peraltro
raccomandato dall’INFS, il Parco si impegna per incrementare l’impiego
della tecnica delle catture, con il coinvolgimento diretto degli agricoltori.

A.R.


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